Il concetto di falso attraversa le epoche e racchiude in sé stesso diverse declinazioni. Un’opera può esser concepita non come falsa ma diventare tale (Michelangelo), oppure nascere con la volontà di ingannare non solo il destinatario ma anche chi ha dipinto l’originale (Giulio Romano); un falso può essere creato per sfida a un ambiente colto (da Canova fino ai ragazzi delle teste di Modigliani) o per trarre profitto sul mercato (i falsari da Icilio Federico Joni a Riccardo Nobili, da Hanvan Meegeren a Wolfgang Beltracchi). A questo tema diversi scrittori hanno dedicato romanzi, da Georges Perec a Siri Hustvedt. Il falso “svelato”, cioè dichiarato come tale, tramite appropriazione di contenuti di altri (pratiche di reenacment e restaging), diviene però oggi anche il modo per svelare la messa in scena del reale che ogni immagine rappresenta dandosi per vera, come avviene nelle opere di Candice Breitz, Moira Ricci, Joan Fontcuberta, Philippe Parreno, Pierre Huyghe, Thomas Demand e altri.
Dal Lunedì al Giovedì dalle 9.30 alle 13.00
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