A cominciare da Appiani – che è stato il suo primo ritrattista, al suo arrivo a Milano, durante la prima campagna d’Italia – la figura di Napoleone, celebrato inizialmente come un liberatore, ha attirato subito l’attenzione degli artisti. Lo stesso Appiani, Canova, Giuseppe Bossi, solo per citarne alcuni, hanno avuto con lui un rapporto privilegiato, e ne hanno seguito la straordinaria parabola, sino all’incoronazione a re d’Italia. Napoleone ha saputo servirsi non solo della pittura e della scultura, ma di tutte le arti, come un magnifico strumento di civilizzazione, ma anche di propaganda per creare consenso intorno alla sua figura. In occasione del bicentenario della sua morte, una mostra presso la galleria Orsi espone alcuni saggi (dipinti, sculture, disegni) di artisti che sono stati testimoni dello splendore della Milano napoleonica. Fernando Mazzocca, curatore dell’esposizione, ci svela i criteri e le ragioni delle scelte che lo hanno guidato.
Dal Lunedì al Giovedì dalle 9.30 alle 13.00
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A cominciare da Appiani – che è stato il suo primo ritrattista, al suo arrivo a Milano, durante la prima campagna d’Italia – la figura di Napoleone, celebrato inizialmente come un liberatore, ha attirato subito l’attenzione degli artisti. Lo stesso Appiani, Canova, Giuseppe Bossi, solo per citarne alcuni, hanno avuto con lui un rapporto privilegiato, […]