Laureata con lode in Lettere Moderne con indirizzo in Storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi sulle vetrate Liberty, ho collaborato per alcuni anni con una casa editrice, diventando pubblicista. Entrata in ruolo, ho insegnato per oltre 15 anni storia dell’arte, italiano e storia in alcuni istituti superiori milanesi, mettendo a punto una formazione che privilegia un approccio multidisciplinare. Dal 1986 collaboro con l’Associazione “Amici di Brera” elaborando e svolgendo visite guidate, percorsi didattici, conferenze. Per l’Associazione, di cui sono consigliera, curo la redazione dei programmi culturali, e sono responsabile dell’organizzazione delle conferenze. Autrice di articoli di approfondimento su temi storico/artistici, ho pubblicato “Arte e Zodiaco“ (Sassi, 2009) e “Milano, una metropoli d’arte” (Sassi, 2010), scritti a quattro mani con il collega ed amico Stefano Zuffi.
Si conclude oggi il breve ciclo sul suggestivo tema delle metamorfosi: il secondo incontro è dedicato ai miti dell’Antichità narrati da Ovidio, vero laboratorio di iconografie, da cui hanno attinto a piene mani moltissimi artisti.
Ovidio e il suo più importante poema intrigano, affascinano, incantano ancora oggi; persino il Cristianesimo delle origini, puritano e intollerante delle favole antiche, non ha potuto davvero opporglisi. Del resto, nelle storie narrate dal poeta si concentrano tutte le passioni e l’infelicità che regnano nel mondo, in uno stile asciutto che riesce a comunicare la grande energia vitale di uomini e dei. Chi può resistere al racconto di Orfeo, chi può restare impassibile davanti alle vicende di Ganimede o Proserpina? o alla storia di Pigmalione, lo scultore che forgia in avorio una statua di donna, talmente bella da innamorarsene perdutamente? I miti di Dafne, Icaro e Fetonte, Eco e Narciso, di Arianna, Atteone, Adone sono stati una vera fucina di immagini e spunti per gli artisti, da Botticelli a Tiziano, da Veronese a Michelangelo, da Correggio a Tintoretto: una carrellata di capolavori, attraverso i quali si compie l’auto-profezia di Ovidio: “Ho ormai compiuto un’opera che non potranno cancellare né l’ira di Giove, né il fuoco, né il ferro, né il tempo divoratore… e il mio nome resterà indelebile”.
Dal Lunedì al Giovedì dalle 9.30 alle 13.00
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In caso contrario la Segreteria lo contabilizzerà come un acconto su eventuali future visite.
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Si conclude oggi il breve ciclo sul suggestivo tema delle metamorfosi: il secondo incontro è dedicato ai miti dell’Antichità narrati da Ovidio, vero laboratorio di iconografie, da cui hanno attinto a piene mani moltissimi artisti. Ovidio e il suo più importante poema intrigano, affascinano, incantano ancora oggi; persino il Cristianesimo delle origini, puritano e intollerante […]