Laureata con lode in Lettere Moderne con indirizzo in Storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi sulle vetrate Liberty, ho collaborato per alcuni anni con una casa editrice, diventando pubblicista. Entrata in ruolo, ho insegnato per oltre 15 anni storia dell’arte, italiano e storia in alcuni istituti superiori milanesi, mettendo a punto una formazione che privilegia un approccio multidisciplinare. Dal 1986 collaboro con l’Associazione “Amici di Brera” elaborando e svolgendo visite guidate, percorsi didattici, conferenze. Per l’Associazione, di cui sono consigliera, curo la redazione dei programmi culturali, e sono responsabile dell’organizzazione delle conferenze. Autrice di articoli di approfondimento su temi storico/artistici, ho pubblicato “Arte e Zodiaco“ (Sassi, 2009) e “Milano, una metropoli d’arte” (Sassi, 2010), scritti a quattro mani con il collega ed amico Stefano Zuffi.
Sta per chiudersi l’anno delle celebrazioni di Pietro Vannucchi, detto il Perugino, in occasione del cinquecentenario della sua morte, nel 1523. Nelle sue “Vite”, Vasari ne traccia un ritratto umano a dir poco critico, definendolo bestemmiatore, avido e miscredente. Ma persino lui ha dovuto riconoscerne il talento artistico e la brillante carriera, testimoniata dalla capillare penetrazione del suo linguaggio non solo in Italia, ma anche all’estero, testimoniata dalla richiesta delle sue opere da parte di principi, aristocratici, prelati, consacrata definitivamente dall’ incarico della Sistina da parte del Papa. Al punto che Agostino Chigi ancora nel 1500 in una lettera lo definiva “il meglio maestro d’Italia”… Durante l’aurea stagione rinascimentale italiana, dominata da artisti quali Botticelli, Ghirlandaio, Pollaiolo, Verrocchio, Leonardo, per citarne solo alcuni, Perugino ha saputo creare uno stile paradigmatico, che rende riconoscibili le sue opere, caratterizzate da una limpida spazialità, dalla soavità di espressioni e sentimenti dei personaggi, da una luminosità tersa e diffusa, in composizioni calibratissime e rasserenanti. E anche se alla fine tende e ripetersi, poco importa: da lui, dal suo linguaggio e dal suo mondo poetico prende le mosse un allievo molto speciale, destinato a fare strada, come Raffaello.
Dal Lunedì al Giovedì dalle 9.30 alle 13.00
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Sta per chiudersi l’anno delle celebrazioni di Pietro Vannucchi, detto il Perugino, in occasione del cinquecentenario della sua morte, nel 1523. Nelle sue “Vite”, Vasari ne traccia un ritratto umano a dir poco critico, definendolo bestemmiatore, avido e miscredente. Ma persino lui ha dovuto riconoscerne il talento artistico e la brillante carriera, testimoniata dalla capillare […]
